giovedì 29 ottobre 2009

Managers sui carboni ardenti

Davanti a voi si stende un tappeto di carboni ardenti. La temperatura è sui 400 gradi, forse di più. Vi sovviene che a “soli” 100 gradi l’acqua bolle (e scotta), quindi 400 sono dannatamente tanti: c’è proprio da bruciarsi.
D’altra parte, vi è stato detto che dopo l’appropriato training che avete seguito dovreste essere in grado di far ricorso ai poteri nascosti della psiche, vincere il calore e camminare a piedi nudi sul letto di carboni senza danni: sarà semplicemente il prevalere della mente sulla materia.

Però intanto, di fronte alle braci, il calore vi costringe a fare un passo indietro. In qualche film avete visto abitanti di isole remote camminare su rivoli di lava vulcanica incandescente come parte di un cerimoniale di iniziazione. Si sono allenati duramente per acquisire il potere sul fuoco. Ma anche voi l’avete fatto, certo. E dopo il seminario sulle risorse interne "celate" e con tanta gente esaltata attorno che vi incita, tutto vi sembra possibile. Vi sentite così caricati: se solo poteste attingere a quelle capacità occulte… Un respiro a fondo e di colpo vi trovate a camminare sui carboni. State mettendo in pratica quello che vi è stato insegnato. Siete immersi nel calore, percepite i sassi ardenti sotto i vostri piedi e l’entusiasmo e le grida di quelli ai lati della pista di fuoco. Anelate anche voi all’applauso che ha salutato quelli che già ce l’hanno fatta. Alcuni no, sono tornati indietro. Ma voi potete riuscirci, siete convinti che ce la farete. E ce la fate, arrivate in fondo! L’esultanza è grande, il senso di liberazione altrettanto. Ora non avete più paura di niente e di nessuno. Lunedì affronterete il vostro capo per quella questione. Aumento di stipendio, promozione, nuovo lavoro. E poi: altri progetti di vita, nuovi amori… Tutto è ora alla vostra portata. Quelli per il corso sono stati soldi davvero spesi bene.

Immaginiamoci ora un altro scenario, un pochino più terra-terra ma a buon mercato e meno rischioso. Avete messo la pizza semipronta a riscaldare nel forno, a 180 gradi. Aprite il portellone e avvertite il calore sul viso. Metterete la mano dentro il forno? Sì, senza problemi. Tasterete la pizza per sentire se è calda al punto giusto? Sì, lo farete. Toccherete il vassoio di metallo? Ve ne guarderete bene. Eppure l’aria nel forno, la pizza e il vassoio sono tutti alla stessa temperatura.

La chiave per capire il trucco – perché di trucco si tratta – è la differenza tra temperatura e calore. Il calore è l’energia che può bruciarvi, ma solo quando ne è stata trasferita abbastanza sulle vostre dita (o sulle palme dei vostri piedi). I carboni e le rocce laviche sono scadenti conduttori di calore, e l’aria è decisamente peggio. I metalli invece sono migliaia di volte più adatti quanto a capacità di trasferire calore da un posto all’altro. Ancor più importante è la quantità di calore contenuto in un dato materiale. Il carbone di legna ne può immagazzinare relativamente poco, i metalli moltissimo.

Il nostro corpo è costituito per la maggior parte d’acqua, sicchè possiede una buona capacità termica. Quindi occorre che sia trasferita una notevole quantità di calore prima che cominci a bruciare.

Cosa vi dicevano al corso? Di camminare rapidamente, ma senza correre, lungo i quattro metri della corsia di tizzoni. Quante volte ha calpestato ciascun piede il suolo caldo? Due, forse tre, per meno di un secondo ognuna. Non abbastanza per bruciarsi. Certamente del calore è fluito verso i piedi. Ma dato che i carboni sono cattivi conduttori di calore, l’area di contatto si è raffreddata. Prova ne sia che per un po’ sono rimaste le impronte sul percorso.

C’è un ulteriore trucco che entra in gioco: quello che metteva in pratica la nonna quando si leccava la punta delle dita per toccare il ferro da stiro caldo. Lo stesso gesto che si fa prima di pizzicare lo stoppino di una candela accesa. La saliva evapora e per un istante fornisce un sottile strato protettivo per la pelle.

Di fronte al letto di carboni accesi, è facile sudare per il caldo e per la paura. Per essere sicuri che le piante dei piedi saranno umide, gli organizzatori dei “workshop di firewalking” tengono spesso la prova sulla battigia, o sull’erba (umida) di un prato di sera.
Non che sia necessario, però non si sa mai... Le cose possono mettersi male, soprattutto quando la striscia di carboni non è preparata adeguatamente. La mente può sopravanzare la materia solo quando la scienza l’ha fatto prima. Qualche anno fa, una trentina di managers della ****** ***** ****** (una catena di fast food americana che vende pollo fritto e patatine) si sono ustionati i piedi abbastanza seriamente, divenendo lo zimbello dei giornali, che hanno titolato: “Vi piacerebbero patatine fritte come queste?”. Può succedere, se i carboni non sono di materiale a bassa capacità e bassa conducibilità termica.

Se però tutto è stato organizzato con criterio, sorridete per la videocamera, cercate di sudare un poco e passeggiate tranquilli.

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