martedì 13 ottobre 2009

Delle ragioni - Prima parte (di non so quante)

Dato che sono stato accusato di deriva anarcoide ancor prima di aver terminato di postare il nostro Manifesto, faccio un passo o due indietro e vado ad elencare i motivi per i quali ci troviamo nella situazione in cui stiamo. Sono certo che vi sorprenderò un poco. Se infatti scrivessi cose tritamente banali o poco originali, perchè dovreste prendervi la briga di seguire questo blog?
Vi basterebbe leggere i giornali. E d'altra parte, chi dovrebbe fornire tali ragioni? Gli economisti, forse? Quelli dovrebbero avere il buon gusto di non ricomparire prima di qualche anno, e comunque dopo una plastica facciale.
Bene, comincio.
Il primo colossale e devastante errore l'ha commesso l'occidente moderno (che ormai ha perso la maiuscola) quando, in virtù di una pelosissima posizione idealista e ideologica, ha permesso che la conoscenza scientifica fosse accessibile a tutti. Questa posizione tragicamente infelice nei confronti della Scienza poteva trovare qualche giustificazione quando la ricerca scientifica era tutto sommato un diletto di pochi e per pochi, ovvero quando la si poteva considerare una deriva o una degenerazione in ambito "naturale" della "vera" filosofia, quella teologico / speculativa.
Quando invece la conoscenza e le ricadute del pensiero e del metodo scientifico sono diventate tecnologia, quindi industria, quindi economia, quindi finanza e quindi fattori competitivi e strategici, quella posizione "aperta", anzi sbracata, si sarebbe dovuta quantomeno rivedere.
La conoscenza tecnologica è un patrimonio e la ricerca scientifica un investimento impegnativo ma tra i più redditizi (e, lasciatemi aggiungere, tra i più nobili). Perchè quindi dei frutti di questo patrimonio e di questo investimento ne hanno goduto tutti, anche coloro che non avevano nessun merito e nessun titolo? Il know-how scientifico-tecnologico è un prodotto (o un servizio, se preferite) come gli altri e anzi meglio di tutti gli altri, che costa soldi e fatica. Quindi dovrebbe assolutamente essere un pregiato oggetto di scambio. Invece l'abbiamo graziosamente regalato, come se non costasse e non valesse niente. E ciò, oltretutto, ha contribuito in maniera determinante a svilire la ricerca, soprattutto in Italia. Chi bada alle cose "concrete" non fa e non si occupa di ricerca (a meno di essere un barone universitario, che invece si occupa volentieri di ricerca, ma per altri scopi).
Tanto per essere chiari: perchè per anni abbiamo fatto a gara per esportare tecnologie (oltre che investire capitali) in Cina? Perchè nelle nostre università (non tanto nelle nostre, a dire il vero, quanto in quelle americane) abbiamo sempre ospitato studenti cinesi? In nome di che cosa? Con quale contropartita?
Ve lo dico io: coi bassi costi della manodopera offerta, che di fatto è brutale schiavismo, e soprattutto col miraggio, artatamente fatto balenare, dell'accesso al mercato interno cinese. Sappiamo bene purtroppo come sono andate invece le cose. I cinesi hanno usato e stanno usando questi (e altri) fattori contro di noi. Tutta la tecnologia che posseggono è nostra, ma la stanno usando a loro esclusivo vantaggio.
Sono certissimo che quando saranno in grado di sviluppare una loro tecnologia, ai cinesi non gli passerà neanche per la testa di ricambiarci il favore. Difficilmente, per esempio, nostri studenti potranno laurearsi presso i loro centri di ricerca. Ciò che avrà qualche valore sarà considerato strategico, quindi precluso a noi. Se lo terranno per loro, a loro maggior vantaggio su di noi, noi poveri fessi rimbecilliti dalla più perversa, ipocrita, diabolica, gangrenosa e mortale ideologia: quella che "tutti gli uomini sono uguali" e "tutti gli uomini sono fratelli". Vedremo quanto saremo uguali e quanto saremo fratelli quando comanderanno loro.
Coloro che si scandalizzano per quello che affermo vanno annoverati tra gli artefici e i complici della situazione odierna, che vede alla ribalta una nazione che ha saputo trarre vantaggio da un indicibile cinismo e da una spregiudicata furbizia, dalla violenza, dallo spionaggio, dal totale spregio della nostra etica, della nostra morale, delle nostre leggi, nonchè dei diritti umani e dell'ambiente.
(Se questo comportamento vi ricorda quello di qualche altro popolo / qualche altra nazione, beh, non ci sono solo i cinesi a volerci bene).
Il Governo della Serenissima metteva a morte chi divulgava ai "foresti" i segreti della lavorazione del vetro. Col senno di poi, quella era una posizione assolutamente saggia, lungimirante, giusta e giustificata.
Tornando a noi, solo la ricerca scientifica potrà farci uscire da questa crisi e farci riprendere quel vantaggio competitivo che ora ci è necessario per non soccombere. Tutto il resto sono palle. Ovviamente il modello organizzativo delle nostre università, come pure quello delle nostre aziende (e non solo, come potete immaginare) dovrà essere completamente ribaltato.

Questo argomento sarà oggetto di un prossimo post. Nel frattempo attendo commenti.


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